Nascono in continuazione siti internet che si propongono come “social network”, ma spesso si tratta di un’etichetta non meritata. Analizziamo le caratteristiche di un social network, per essere in grado di capire se il sito che ci troviamo di fronte è realmente social.
Un sito si può definire social network se permette all’utente di esprimere la propria identità sociale (self expression), gestire una reti di contatti con identità sociali di altre persone (networking), comunicare facilmente con la rete di contatti (communication). Un sito del genere deve, pertanto, avere queste caratteristiche:
fare creare il profilo personale dell’utente in cui descrivere le proprie caratteristiche e gestire i relativi aspetti della privacy, questi dati possono essere letti da altri utenti
permettere di gestire liste di contatti, da rendere più o meno pubbliche ad altri utenti
consentire di entrare in relazione con utenti non conosciuti
permettere di accedere ai profili dei propri contatti per essere aggiornati sulle loro attività
fornire un motore di ricerca interno per trovare utenti
proporre in automatico utenti con caratteristiche interessanti da conoscere
mostrare quali amici sono in comune con altre persone.
L’interfaccia grafica di un social network deve mettere a disposizione le caratteristiche precedenti. In particolare, deve mettere in primo piano nome, cognome, fotografia dell’utente per farlo sentire come una parte del network, deve mostrare informazioni relative ai suoi contatti per fargli provare la sensazione di trovarsi tra amici. L’interfaccia deve anche mostrare come gli amici usano i servizi offerti per facilitare l’interazione sociale, ad esempio visualizzando le fotografie degli amici con i punteggi ottenuti in un gioco per spingere alla sfida.
Una definizione fornita da Nicole B. Ellison e Danah M. Boyd si può trovare su http://jcmc.indiana.edu/vol13/issue1/boyd.ellison.html, altre analisi si trovano nel libro “Social Network” scritto da G. Riva per editore Il Mulino.
Concludendo, tutto il sistema offerto deve avere un solo scopo: facilitare la relazione tra utenti indipendentemente dal motivo che riunisce le persone intorno al sito.
Sono iscritto all’associazione IWA – International Webmaster Association rivolta ai professionisti del web, ha creato una collaborazione con la fiera SMAU per fornire workshop professionali. Grazie a questa collaborazione, l’8 giugno 2017 ore 12-13 ho tenuto un workshop con titolo “Big Data e Business Analytics: Analisi dei Social Media per pianificare l’export” presso la fiera SMAU a Bologna.
Quando sono andato sul loro sito a verificare la scheda del workshop, ho notato con piacere che nella home page di SMAU Bologna hanno inserito come seconda immagine questa fotografia mentre parlo in un workshop.
Roberto Marmo mentre parla in un workshop SMAU
In questo workshop ho spiegato alcune tecniche per cercare informazioni con cui scrivere il documento “Piano Export” in cui riepilogare cosa occorre per decidere cosa esportare, sfruttando la grande quantità di informazioni che le persone ci scrivono.
La descrizione del workshop si può leggere su questo link, per fare capire subito di cosa parlo, nel titolo ho inserito l’obiettivo “pianificare l’export” e lo strumento da usare “Analisi dei Social Media”, ho scritto un paio di domande seguite dal testo in cui propongo le tecniche per trovare alcune possibili risposte.
Le slide pubblicate sono disponibili sul mio canale Slideshare.net Vista la quantità di partecipazioni in altri miei workshop, SMAU ha deciso di registrare anche questo workshop, il video è disponibile nel sito web di SMAU nella sezione SMAU Academy dedicata alla formazione.
I novanta posti disponibili sono terminati il 6 giugno, segno di interesse per l’argomento, non avendo in contemporanea altri workshop simili è stato possibile attirare tante persone interessate ai social media.
La presenza è stata notevole, oltre alle persone sedute tante altre persone hanno circondato la sala creando un paio di file, direi almeno 100-110 persone. Avere parlato alle ore 12 in uno dei momenti di massimo afflusso in fiera ha certamente aiutato, come ha aiutato la mia voce forte sentita ben oltre la sala nonostante il grosso rumore di fondo. A disposizione 55 minuti, ne ho usati 40 per lasciare più tempo alle domande e per non perdere l’attenzione nell’ora vicina al pranzo.
Mentre parlavo dovevo dirigere lo sguardo verso tutti, gestire il computer, indicare sulla lavagna i punti, parlare, e anche stare attento al fotografo della fiera che mi ha scattato decine di fotografie, spero siano venute bene.
Ho creato questo indirizzo breve http://bit.ly/marmo7 per fare vedere la presentazione anche da chi era in piedi o vedeva male le slide, l’ho mostrato subito all’inizio così gli interessati hanno subito potuto scaricare il materiale, senza distrarsi nel fare fotografie con lo smartphone.
Come omaggio per chi ha seguito, nella penultima slide tramite http://bit.ly/exportp ho fornito un documento in formato MS Word utile per scrivere il piano di export, oltre a ripetere l’indirizzo dove scaricare le slide.
Ho venduto una decina di copie del mio libro “Social Media Mining” http://www.socialmediamining.it/ tramite lo stand Hoepli, dopo avere concluso mi sono trattenuto una ventina di minuti presso lo stand, in cui ho autografato alcune copie.
Invece di tornare subito a casa ho proseguito la visita alla fiera e alla sala riservata per i relatori, in cui ho incontrato altre persone che avevano assistito al workshop, ulteriori occasioni per scambiare biglietti da visita.
Conoscere una o più lingue straniere permette di creare nuove occasioni di lavoro, relazioni con altre persone, viaggiare con meno problemi, conoscere una cultura estera. L’apprendimento di una lingua straniera è il processo per cui le persone imparano una nuova lingua in aggiunta alla loro lingua nativa e consiste nella graduale acquisizione di quattro competenze fondamentali: comprensione scritta, comprensione orale, produzione scritta e produzione orale.
L’apprendimento in una scuola è uno degli strumenti più diffusi, frequentando un corso o con l’aiuto di un docente, ma non risolve facilmente il problema del trovare il modo di praticare, parlare ed esprimersi oralmente nella lingua studiata.
Uno dei metodi di apprendimento più efficaci consiste nell’utilizzare i siti web dedicati allo scambio linguistico, che mettono in comunicazione persone di tutto il mondo per un reciproco scambio di informazioni riguardanti l’apprendimento della lingua.
Nel novembre 2015 ho avuto il piacere di seguire come correlatore la tesi di laurea in lingue moderne della dott.ssa Elena Boriani presso l’Università di Pavia, dal titolo: “Imparare le lingue attraverso le communities online”.
Nel lavoro di tesi è stato esaminato l’impiego dei noti social network per creare gruppi di lavoro, dove lo studio della lingua è considerato un progetto comune e dove l’utilizzo attivo della lingua può essere considerato un metodo molto efficace per acquisirla.
In particolare, è stata rivolta maggiore attenzione a due tipi di siti che permettono lo scambio linguistico,e possono essere classificati come “unstructured websites” o “structured websites” (Richards, 2014). I primi sono una sorta di “database” di differenti possibili utenti linguistici, che permettono scambio di email, conversazioni in tempo reale attraverso chat, in questo caso siamo di fronte a siti che si focalizzano sull’interazione tra i diversi utenti. Gli “structured websites”, in aggiunta, permettono alle persone iscritte di seguire delle vere e proprie lezioni per apprendere la lingua alla quale sono interessati. Tra le diverse communities esistenti sul web alcune permettono l’apprendimento attraverso giochi e quiz, altre mettono a disposizione vocabolari molto ricchi e grammatiche complete.
Ricevere dei “feedback” dagli altri utenti esperti nella lingua ci permette di migliorare, di perfezionarci maggiormente cercando di utilizzare bene il lessico, strutturare bene un periodo o usare un vocabolario pertinente a determinate situazioni.
Bisogna considerare non soltanto il fatto di utilizzare tali communities solo per imparare una lingua straniera, ma anche la possibilità di entrare in contatto con utenti iscritti provenienti da tutto il mondo, quindi si ha la possibilità di fare nuove conoscenze e amicizie.
La maggior parte delle comunità sociali permettono l’apprendimento delle lingue più note, tra le quali l’inglese, lo spagnolo, il francese e il tedesco. Più raramente offrono la possibilità di apprendere lingue meno studiate quali per esempio l’arabo, il russo e il cinese.
Il lavoro svolto dalla candidata può essere riepilogato con questa tabella riassuntiva delle sue opinioni sulle community:
Chi cerca lavoro spesso usa i social network per creare una rete di contatti professionali, chiedere agli amici notizie su posti disponibili, cercare informazioni su conoscenze necessarie, conoscere la storia dell’azienda prima di candidarsi o fare un colloquio ecc. Chi intende lavorare nella comunicazione tramite internet può considerare i social network anche come datore di lavoro, sia in Italia per la presenza di sedi dei principali network sia come esperienza all’estero.
Questo è proprio il caso di Chiara Evangelista, ha svolto una tesi di laurea sui social network ed ha avuto l’opportunità di svolgere uno stage come Partnerships Assistant presso la sede milanese di Viadeo, piattaforma seconda solo a LinkedIn nel campo del business social network. In particolare, Chiara ha conseguito la laurea specialistica in Editoria e Comunicazione Multimediale all’Università di Pavia nel 2010 discutendo la tesi dal titolo “L’accessibilità nei Social Network: il caso Viadeo”.
Durante il percorso di studi dell’ultimo anno Chiara aveva già manifestato interesse per il settore dei social network. Ha così avviato il tipico passaparola in cerca di informazioni su docenti adatti a una tesi di laurea del genere. In una chiacchierata con un compagno di studio ha saputo della mia attività di ricerca su questa metodologia di comunicazione, ha quindi subito deciso di contattarmi per avviare la tesi. Avevo conosciuto tale compagno tramite la pubblicità del mio libro “Creare applicazioni per Facebook” diffusa nell’Università.
Giudico molto negativa la contraddizione di chi promette di creare nuovi collegamenti tra le persone e poi offre un sito che non è accessibile da tutte le persone, perché ha caratteristiche dell’interfaccia grafica che escludono chi ha disabilità. Eppure sono note le specifiche per realizzare siti internet accessibili, quindi non esistono scuse tecniche e si dimostra solo insensibilità.
Pertanto, quando si è presentata Chiara ho subito proposto un lavoro di tesi su questa problematica. Avendo necessità di avere informazioni e casi di studio da una piattaforma per social network, ho sfruttato la mia rete di contatti e ho fatto incontrare Chiara con Sabrina Mossenta che è Partnerships Manager Italia del business social network Viadeo nato in Francia con sede anche in Milano.
Chiara ha studiato le caratteristiche dell’interfaccia grafica di Facebook, LinkedIn, Viadeo e ha indicato alcune criticità nell’uso da parte di un disabile. La direzione di Viadeo ha subito posto attenzione ai risultati della tesi e ha effettuato alcuni cambiamenti all’interfaccia del sito in grado di migliorare la navigazione di tutti gli utenti. Grazie alla meritoria sensibilità di Viadeo per l’accessibilità, Chiara ha potuto svolgere uno stage annuale presso la sede milanese. Questa esperienza gli ha fatto creare una notevole rete di contatti professionali e ha potuto capire meglio come funzionano i social network, conoscenze molto utili per crescere come professionista.
Chi vuole conoscere in dettaglio i risultati della tesi può acquistare la tesi tramite Tesionline mentre la presentazione riassuntiva usata nella discussione davanti alla commissione è disponibile su SlideShare.
I seguenti siti hanno pubblicato interviste a Chiara e informazioni sui risultati della tesi: Tesionline, VivereInArmonia, Disabili.
Chiara è raggiungibile tramite email e dal suo profilo professionale in Viadeo .
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